Alcuni la chiamano “acqua di lunga vita”, a sottolineare gli effetti positivi che il suo impiego può avere sul nostro benessere. L’acqua ozonizzata altro non è – come suggerisce il nome – che acqua con aggiunta di ozono. Ma in che modo viene prodotta?
Il processo di ozonizzazione consiste nell’aggiungere all’acqua dell’ozono creato sul momento. Tra le caratteristiche principali di questo gas, infatti, ci sono l’instabilità e il ciclo di vita breve (tende a trasformarsi rapidamente in ossigeno), quindi non può essere trasportato o immagazzinato ma dev’essere generato sul momento. Il procedimento avviene grazie agli ozonizzatori, apparecchi
che ricavano ozono dall’ossigeno presente nell’ambiente.
Vista l’efficacia contro virus e batteri, la sanificazione all’ozono rappresenta una valida alternativa alla classica disinfezione chimica ed è largamente utilizzata in svariati ambiti, da quello alimentare al sanitario passando per l’igiene domestica.
Nel settore alimentare, l’acqua ozonizzata è impiegata nel lavaggio, nella lavorazione e nel confezionamento di frutta, verdura, carne e pesce, incrementandone i tempi di conservazione e la qualità.
In campo odontoiatrico, l’acqua ozonizzata è utilizzata prima e dopo le estrazioni dentali, per pulire i denti o disinfettare eventuali ulcere all’interno della bocca. È efficace anche per la cura delle ferite, sia in ambito medico che veterinario.
È possibile servirsene per pulire e igienizzare utensili, superfici e ambienti di ogni tipo. Si presta anche alla disinfezione di biberon, giocattoli e altri oggetti usati dai neonati. Può essere utile persino nei lavaggi in lavatrice: l’acqua ozonizzata, infatti, consente di ottenere capi puliti e sanificati.
In sintesi, i benefici che è in grado di apportare in molteplici aspetti della nostra vita quotidiana così come negli ambienti di lavoro sono innumerevoli, ed è ragionevole supporre che il suo impiego sia destinato a diventare sempre più comune.