È un ruolo da protagonista quello che l’ozono si è ritagliato nel settore alimentare. Impiegato sia per la disinfezione degli alimenti che per allungarne i tempi di conservazione, è particolarmente efficace nell’eliminazione di parassiti e batteri, nel contrastare il deterioramento e nel ritardare i tempi di maturazione in modo naturale.
L’interesse suscitato dall’ozono negli ultimi anni è legato anche alla crescente richiesta di additivi alimentari “green”. Si tratta, infatti, di un gas rispettoso dell’ambiente poiché si decompone rapidamente producendo ossigeno e non lasciando residui negli alimenti.
Nel 1997 Food and drug administration (FDA) – ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – lo ha catalogato come additivo alimentare non nocivo e nel 2001 ne ha approvato l’utilizzo come additivo antimicrobico per il contatto diretto con carne, uova, pesce, formaggi, frutta e verdura. Nel 2010 in Italia il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA) ha emesso parere favorevole sull’utilizzo dell’ozono per la disinfezione delle camere di stagionatura e/o degli ambienti di stoccaggio.
Nel settore alimentare, attualmente l’ozono viene utilizzato per la sanificazione dell’acqua, per il lavaggio e la disinfezione degli ambienti, delle superfici di lavoro e delle attrezzature, per deodorare i locali, nella conservazione e nel lavaggio di frutta e verdura. Ma non mancano nuove frontiere di utilizzo: ci sono aziende vitivinicole che stanno cercando valide alternative all’anidride solforosa impiegata nella sanificazione degli ambienti di produzione, delle superfici e dei contenitori per il condizionamento e l’imbottigliamento del vino, e l’ozono sembrerebbe avere le carte in regola per prenderne il posto.